Il Giappone ha acconsentito a concedere un prestito di oltre 93 milioni di Euro a favore della compagnia Elektroprivrede Republike Srpske per intervenire sull'impatto del Ugljevik Mine and Power Plant (Рудник и Термоелектрана) da 300 megawatts situato a Ugljevik.
La prima miniera di carbone in questo sito risale al lontano 1899 mentre la produzione energetica e' partita solo nel 1985. La guerra jugoslava aveva visto la struttura chiusa dal 1992 al 1995, anche se gli impianti e le attrezzature sono state in qualche modo “salvate” in attesa di riprendere la produzione.
Attualmente, infatti, il Ugljevik Power Plant e' uno dei maggiori produttori di energia elettrica della zona. Riuscendo a garantire un'adeguata erogazione di potenza mantiene l'indipendenza energetica della regione. In realta' era stata prevista una seconda fase di sviluppo dell'impianto per raddoppiare la produzione di altri 300 MW (per un totale di 600 MW) ma la guerra aveva frenato gli investimenti dall'estero.
Oggi, infatti, il nuovo progetto finanziato dal Giappone prevede l'abbattimento delle emissioni di SO2 del 98.4% e delle polvere che potrebbero essere ridotte del 66.7%. Il prestito prevede un periodo di garanzia di dieci anni con un tasso d'interesse del 0,55% ed il periodo di rimborso di 30 anni.
Prestito verde consentito, forse, in attesa del secondo impianto.