firenze

image387La Terza Giornata Mondiale della Lentezza, ospitata quest'anno a Tokyo, e' oramai finita e quindi e' arrivato anche il momento delle prime impressioni. Di quelle cioe' fatte a caldo, che si formulano con il cuore e senza ragionare, prima di far decantare l'esperienza e far arrivare i ricordi. Appunto “esperienza” perche, in fondo, e' proprio di questo che si e' trattato!

Esperienza indimenticabile per tutti noi!


Una simpatica armata brancaleone, nessuno me ne voglia, che vuol essere quasi minoranza allegra in un mondo di tristi maggioranze o, se preferite, un momento di pausa in un mondo a cui “rubano il tempo”. Volersi fermarsi per poter andare avanti.
Tanti piccoli Don Chisciotte che hanno capito che le “rivoluzioni” possono partire anche dimostrando a se stessi di avere la volonta' di trovare il tempo per sedersi in una panchina del parco cittadino in compagnia di un amico sincero con cui parlare e guardare le nuvole passare. Il primo scalda il cuore - si e' detto - mentre le seconde sono gratis anche se, a pensarci bene, invertendo l'ordine dei fattori il prodotto non cambia; l'amico, che comunque nulla chiede in cambio, a sua volta alzera' incuriosito il naso verso le nuvole che noi guardiamo.

E' proprio questo, un lento contagio dal basso, da amico ad amico, da padre a madre, da madre a figlia, da collega a collega, che ti “regala” il tempo di ragionare anche, ma non solo, sui nostri modelli di s-viluppo (o in-viluppo?) e sul fatto che la “ri-voluzione” su se' stessi e le nostre vite puo' innescarsi anche nel piccolo gesto, appunto, rivoluzionario di svegliarsi (comandalenti) magari 5 minuti prima del solito per farci la barba, truccarci o far colazione senza fretta e con un pizzico di allegria. Trovare il tempo, che comunque esiste, di stare con noi stessi, con le persone care, o con lo sconosciuto incontrato in fila al supermercato. Trovare il tempo, che comunque esiste, di un sorriso al bar, di un libro al parco, di una gita con il figlio nel quartiere proprio dietro casa o di gustare ogni santissima forchettata di quel piatto cucinato con tanta cura.
image398L'impressione di questa giornata oramai conclusa e' stata proprio quella di riuscire ad alternare un sorriso ed una parola dolce, la costruzione di castelli in aria a note musicali celestiali, momenti di sincera amicizia a sguardi incuriositi da parte dei passanti, l'ironia di una battuta a discussioni filosofiche sulla qualita' della vita. Scorgere in ognuno di noi quel famoso Charlie Brown - citato nell'ottimo libro “Vivere con Lentezza” - che con un solo chiodo in mano si offre per piccoli lavori di falegnameria. Impresa impossibile quella di cambiare il mondo con ben poche armi se non il nostro personale “chiodino” che possiamo pero' utilizzare, nel nostro piccolo, gia' per noi stessi... e da noi stessi per gli altri!
Chi fa parte di questa armata in stile Charlie Brawn con un solo chiodino in mano atterrata, vien voglia di dire, da un'altro pianeta?
Difficile dirlo perche in realta' noi italiani che viviamo in Giappone abbiamo visto solo la punta dell'iceberg. Abbiamo visto Bruno Contigiani, gia' capo ufficio stampa di grandissime societa' italiane ed ex-stressato ex-manager, armato di fischietto ed indossando un irresistibile cappello da simil-carabiniere con tanto di pennacchio (in realta' un morbido spazzolino multicolore di quelli per togliere la polvere, viva ancora una volta l'ironia!) dare multe ai passanti troppo frenetici. Ne fa parte il Maestro Maurizio Schiavo che con il suo magistrale violoncello accompagnava sempre le maratone lente della quasi inquietante Alessandra Maestri. Abbiamo ascoltato il Professor Claudio Baccarani, della Facolta' di Economia dell'Universita' degli Studi di Verona, sul palco dell' Istituto Italiano di Cultura discutere del “Tempo e la competitivita' dell'impresa” facendoci tornare a casa, come e' giusto che sia, con piu' domande che risposte.
La squisita genialita', quasi vulcanica, di Kiyotaka Yamana, il sorriso di Ella e Muna, il caratterino accompagnato dalla capacita' organizzativa di Pio d'Emilia...
Appunto, una geniale e multicolore Armata Brancaleone!
Infatti, tutti questi piccoli Brown-Chisciotte armati ognuno dei loro piccoli chiodini davano l'impressione, visti dall'esterno, di voler quasi fermare il vorticoso movimento dei mulini a vento. Una battaglia ad armi impari, ovviamente, perche' mai avrebbero potuto realmente “fermare” la massa di pendolari che corrono all'interno della stazione di Tokyo alle 8 del mattino solo armati di un “chiodino”... che sia esso un'idea, un fischietto o l'arma dell'ironia.
Eppure qualcuno di noi sa bene che alle volte un piccolo, piccolissimo, chiodino messo nel punto giusto puo' fare miracoli.

Un chiodino, ad esempio, uscito dalla sua naturale sede in una scarpa potrebbe pungere la carne fino a diventare quasi un nostro tarlo nel cervello. Sara' un sassolino o un chiodino? Si sposta o e' sempre fermo? Mi fermo per controllare?
Dal sassolino nella scarpa al tarlo nel cervello possono arrivare cosi' nuove idee. Anche (perche no?!?) quella di sederci un attimo per trovare il tempo di capire cosa c'e in realta' nella nostra scarpa. Nella nostra personalissima scarpa, non quella di un altro, proprio nella nostra!
Voi non sentite mai il bisogno di fermarvi per capire? Anche solo semplicemente per guardare dentro la “scarpa” di una vita?

Realmente, senza scherzare, qual'e' il vostro chiodino?
Fermatevi e provate il piacere anche solo di togliervi le scarpe e capire qualche cosa di piu' di quel famoso chiodino che e' tanto tempo che vi portate dietro....
Da quanto tempo e', per curiosita', che non camminate a piedi nudi sull'erba guardando le nuvole in cielo?