Pur abitando in Giappone forse non tutti sanno che esiste la risposta tutta nipponica alla famosa "Second Life" americana. Questa risposta si chiama "Meet me".
Una vera e propria Tokyo virtuale che comprende tutti quei luoghi conosciuti molto bene ed oramai famigliari (Shibuya, Akiabara, JR, etc).
Da quanto detto dagli ideatori di Meet me della Transcosmos Inc. sembra di capire che la marcia in piu' rispetto alla caotica Second Life, ideata e gestita dalla società americana Linden, e' un certo "senso di sicurezza" e di una fisiologica prevedibilita'. Aspetti, come sappiamo, assolutamente appetibile per il pubblico nipponico. Infatti "Meet-me", rispetto a Second Life, e' libera ad esempio da ogni tipo di reato pedopornografico ed e' un luogo dove non solo i minorenni possono divertirsi senza pericoli.
"Questo luogo virtuale - come dichiarato da Kunimasa Hamaoka della Transcosmos Inc - e' un posto dove le persone possono divertirsi con un senso di sicurezza, un po' come a Disneyland".
Kunimasa Hamaoka ha aggiunto inoltre che nell'americana "Second Life c'è una totale libertà di agire che richiede comunque una responsabilità individuale. Quindi, il loro prodotto rimane fondamentalmente un prodotto americano in cui quasi tutto è permesso, compreso il male" e compresi, ad esempio, truffe telematiche.
Anche in Meet me la vostra rappresentazione virtuale (avatar) puo' fare una miriade di attività, tra le quali: incontrare, darsi appuntamenti davanti ad Hachiko, creare oggetti e rivenderli, acquistare terreni, costruire case, esplorare, fare shopping al 109 e molto altro ancora. Gli avatar, ricordando i personaggi dei manga, risultano meno "spigolosi" della versione americana il che rende tutto piu' "famigliare" al pubblico del Sol Levante.
Gli avatar possono muoversi a piedi, in macchina o in JR, ma al momento non e` ancora possibile né volare e né saltare da una parte all`altra della citta mediante il teletrasporto! Gli utenti niccopnici inoltre possono edificare la propria casetta, gestire negozi e kombini, fare acquisti e sicuramente le similitudini con il progetto della Linden non finiscono mai.
Pero' la cosa piu' importante e' proprio la filosofia dietro "Meet-me", cioe' quella di (ri)creare un mondo virtuale famigliare per un pubblico tutto giapponese dove regole ferree impediscono lo sviluppo di attività illegali o controproducenti per il sommo bene del "gruppo". Insomma un mondo più vicino alla cultura e allo stile di vita giapponese che occidentale.
In realta' l'operazione commerciale sembra dettata solo dalla buona diffusione di Second Life in Giappone. Infatti, con i suoi circa 9 milioni di utenti giornalmente che si collegano a Second Life, il Giappone è la terza nazione dopo gli Stati Uniti ed il Brasile a "vivere" una seconda vita nella realta virtuale. Tanto e' vero che molte compagnie nazionali hanno gia' investito molto per fare pubblicita' ad i loro prodotti all'interno della virtuale Tokyo di Meet me ed e' oramai sempre meno raro imbattersi in strade virtuali tapezzate da classici cartelloni pubblicitari.
Quindi siete avvertiti. Da ora in poi si potra' vivere in Meet me; un prodotto confezionato da una compagnia giapponese, con una filosofia tutta nipponica appositamente per il pubblico del sol levante.
In altre parole, un segmento di mercato giapponese tutto da (ri)conquistare e (ri)portar in patria indorando la pillola con un po' di "buonismo"!