Contemplazione e fotografia
Da sempre la fotografia si articola fra i poli opposti di velocità e lentezza. Velocità nel cogliere gli eventi, velocità nel premere l'otturatore e conservare nel tempo l'immagine di un istante che Henri Cartier-Bresson aveva definito “decisivo”. E lentezza. Lentezza insistente dello sguardo che sa attendere, che indaga il territorio, le architetture, il paesaggio, le città. Molta fotografia contemporanea ha scelto il secondo fronte, sia praticando una lentezza di visione, sia affrontando progetti di analisi che richiedono lunghi tempi di riflessione.
Daniele Dainelli, Luigi Gariglio, Claudio Gobbi, Sirio Magnabosco e Claudio Sabatino propongono in questa occasione una selezione di loro opere che fanno parte di serie perennemente in divenire, iniziate quasi per esigenza intima, affrontate con un registro meditativo che impone tempi di revisione e di sedimentazione.
Daniele Dainelli guarda la metropoli-Tokyo attraverso una penombra che fa emergere paesaggi imprevisti e placa le tensioni. Luigi Gariglio affronta il ritratto fotografando i suoi soggetti alle due di notte, in un silenzio senza tempo. Claudio Gobbi cerca nelle città europee luoghi che conservino le tracce di una vita collettiva, luoghi un tempo deputati agli incontri e oggi al limite della scomparsa. Sirio Magnabosco nel suo viaggiare nel mondo si concentra su quegli istanti di sospensione nei quali nulla accade se non una sorta di stasi magica. Claudio Sabatino indaga le vestigia della storia con una luce rarefatta che evidenzia e conserva.
Cinque autori generazionalmente vicini, accomunati da una pratica creativa attenta alle contaminazioni internazionali e da un uso raffinato del linguaggio iconico che li rendono fra i più interessanti nel panorama della fotografia italiana contemporranea. Il loro è un procedere lento, che asseconda i tempi della creazione e che invita chi guarda le loro opere ad accettare il ritmo del loro vedere. Con lentezza.