Il mistero che avvolge i bond statunitensi del valore di 134 miliardi di dollari sequestrati a Chiasso ormai un mese fa si infittisce sempre di piu’.
Infatti sono misteriosamente apparsi in rete i passaporti dei due Giapponesi, Akihiko Yamaguchi (forse cognato di Toshiro Muto che ricordo era fino a poco fa vice-governatore della Banca del Giappone) e Mitsuyoshi Watanabe, coinvolti, ed arrestati dalla guardia di finanza italiana, alla frontiera con la classica valigetta piena di “soldi” o bond o titoli Kennedy (veri o falsi che siano) e 4 cellulari internazionali a testa.
Secondo le prime indiscrezioni, anche se le indagini sono tuttora in corso, potrebbe trattarsi del pagamento degli interessi delle monete d'oro della Dragon Family, una fondazione cinese che si occupa di investimenti, e custodite dalla Federal Reserve che comunque coinvolge, misteriosamente, due uomini d’affari giapponesi che a loro volta erano i custodi di questo tesoro.
Le cose si complicano ancora di piu’ se si pensa che i due avrebbero anche incontrato nel loro pellegrinaggio italia-svizzera anche un personaggio italiano, un certo Alessandro Santi, che non si preoccupa minimamente di essere coinvolto (direttamente o indirettamente che sia) in questo intrigo internazionale e del fatto che la guardia di finanza italiana sembra essere andata a colpo sicuro informata anticipatamente dai servizi segreti americani. In fondo sembra di capire che Santi, già presidente di un consorzio internazionale per i trasporti e proprietario unico della Interprogetti, ha alle spalle una vita spesa nelle spedizioni internazionali e negli affari di dogana.
Quindi, ricapitolando... CIA, valigette con doppio fondo piene di bond capaci di risollevare il debito estero di un paese africano, businessman giapponesi che cercano di entrare in Svizzera, la dragon family, la federal reserve...un mistero internazionale grande come una casa che dovra’ essere seguito da vicino per arrivare un giorno, forse, ad una parziale verita’. O qualche versione che possa in qualche modo approssimare la Verita’, perlomeno, quella ufficiosa.