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- 作成者:Edoardo Magnone
La tradizione vuole che Icaro venga ricordato come l'esempio tipico di chi tenta di compiere azioni fuori dalla propria portata facendosi prendere dall'ebbrezza del volo ed avvicinandosi troppo al sole. Nel caso che vogliamo ricordare oggi, invece, Ikaros per “vivere” deve utilizzare esclusivamente l’energia solare.
Stiamo parlando ovviamente di Ikaros (Interplanetary Kite-craft Accelerated by Radiation Of the Sun) la vela solare lanciata in orbita il mese scorso dall'Agenzia spaziale giapponese (Jaxa) per testare la possibilita' di utilizzare l'energia solare come propulsore per una nuova generazione di veicoli spaziali.
Proprio in questi giorni si e' concluso con successo il dispiegamento [video] della vela di questo nuovo prototipo di velivolo orbitale che ha la forma di un aquilone e una superficie di circa 200 metri quadrati. Ha finalmente completato il processo di espansione avviato dagli scienziati il 3 giugno, e secondo le prime rilevazioni le celle solari ultrasottili inserite all'interno della membrana hanno gia' cominciato a generare energia.
“Confermiamo la completa apertura della velae la generazione di energia elettrica attraverso la pellicola a celle solari a circa 7,7 milioni di chilometri dalla Terra”, ha dichiarato la Jaxa in un comunicato, spiegando che i suoi scienziati continueranno ora a monitorare il veicolo per verificare l'entita' dell'accelerazione e la possibilita' di guidare correttamente la traiettoria.
Come dichiarato dallo scienziato Yuichi Tsuda la nuova vela solare si basa su una “tecnologia ibrida di elettricita' e pressione”. Sulla sua superficie e' infatti presente una pellicola ultrasottile contenente piccole celle solari, di spessore pari appena a 7,5 millesimi di millimetro, in grado di trasformare l'energia dei fotoni che la colpiscono in energia elettrica utilizzabile per la propulsione del veicolo stesso.
“Le vele solari - ha inoltre dichiarato Tsuda - sono la tecnologia che permettera' di realizzare viaggi spaziali senza utilizzare combustibili per tutto il tempo in cui e' disponibile l'energia del sole. La disponibilita' di elettricita' ci permetterebbe di spingerci piu' lontano e con piu' efficienza nel Sistema Solare”. Durante la sua missione, della durata prevista di sei mesi, Ikaros avra' la missione di arrivare nell'orbita di Venere.
Se la sua missione avra' buon esito, gli scienziati della Jaxa hanno gia' programmato una nuova missione intorno a Giove, per la quale verra' utilizzata una vela di dimensioni maggiori rispetto a questa lanciata in orbita lo scorso 18 maggio.
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- 作成者:Edoardo Magnone
Anche quest'anno l'Ufficio Brevetti Europeo (EPO - European Patent Office) ha pubblicato le statistiche riguardanti il numero dei brevetti concessi per dominio tecnico ed origine e quindi i paesi depositanti più “attivi”.
Per quanto riguarda la statistica dei depositi per l'anno 2009, con riferimento alle prime dieci posizioni, il Giappone, con i suoi 19.933l brevetti, si trova sul podio in compagnia degli Stati Uniti (32.966) e Germania (25.107).
L'Italia con le sue 3.881 domande si posiziona al nono posto appena dietro la Repubblica di Corea che totalizza 4.193 domande. La Francia, con piu' che il doppio delle domande italiane, conquista la quarta posizione mentre il Regno Unito (4.821) si posiziona settimo. L'Olanda con 6.738 domande e la Svizzera con 5.864 domande si pongono rispettivamente al quinto e sesto posto.
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- 作成者:Edoardo Magnone
PLoS ONE, il giornale interattivo open-access per le comunicazioni scientifiche e mediche, ha pubblicato una ricerca a cura del direttore del Environment Institute, University of Adelaide's, professor Corey Bradshaw in cui si classificano i vari paesi del mondo in relazione al loro impatto negativo sull'ambiente circostante. Lo studio si e' concentrato su sette indicatori di degrado ambientale per formare due differenti classifiche: un indice proporzionale sull'impatto ambientale, nel quale la negativita' e' calcolata relativamente alla disponibilita' delle risorse; e un indice assoluto di impatto ambientale di misurazione totale del degrado su scala globale. Gli indicatori utilizzati per ottenere tali dati sono stati, ad esempio: la perdita delle foreste naturali, la conversione degli habitat, la pesca e la cattura di altre specie marine, l'uso di fertilizzanti, l'inquinamento delle acque, le emissioni di anidride carbonica e la minaccia per le specie.
Per quando riguarda la prima classifica, legata cioe' alla disponibilità di risorse, i 10 peggiori risultati ambientali al mondo sono stati raggiunti dai seguenti paesi: Singapore, Corea (sud), Qatar, Kuwait, Giappone, Thailandia, Bahrein, Malesia, Filippine e Olanda.
In termini invece assoluti a livello mondiale (seconda classifica), i 10 paesi con il peggiore impatto ambientale sono: Brasile, Stati Uniti, Cina, Indonesia, Giappone, Messico, India, Russia, Australia e Peru'.
Il Giappone, quindi, e' in “buona” qualificazione nella lista nera dei paesi con piu' alto impatto ambientale, mentre l'Italia per ora rimane fuori da questa lista nera.
“La crisi ambientale che attanaglia il pianeta – come detto recentemente il professor Bradshaw – e' il corollario di un eccessivo consumo umano di risorse naturali.”
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- 作成者:Edoardo Magnone
Nonostante gli sforzi compiuti finora, le specie continuano ad estinguersi ad un ritmo allarmante ed è necessario definire una nuova visione strategica se si vuole porre fine a queste perdite.
La presente comunicazione da parte delle Commissione illustra tale visione e presenta quattro possibili obiettivi che consentirebbero di tradurla nella pratica secondo diversi gradi di ambizione.
Lo scopo è di lanciare e favorire un dibattito tra gli Stati membri per elaborare, prima della fine dell'anno, un quadro strategico dell'UE in materia di biodiversità dopo il 2010. Occorrono nuovi obiettivi, poiché quelli attuali fissati a livello europeo e internazionale scadono alla fine dell'anno.
“Ci impegneremo - ha dichiarato il commissario per l 'ambiente Stavros Dimas - ancora più a fondo per mutare di politica dopo il 2010. Nel campo della biodiversità abbiamo bisogno di una nuova visione strategica e nuovi traguardi, che tengano conto della costante perdita di specie e che rispecchino l'importanza che attribuiamo a questo problema. Non possiamo permetterci di prendere alla leggera la lotta contro la perdita di biodiversità ed è fondamentale che le nostre politiche per gli anni a venire siano oltremodo ambiziose.”
La comunicazione adottata propone una visione strategica per la biodiversità a lungo termine (2050), con quattro alternative per raggiungere l'obiettivo intermedio (2020), che costituisce una tappa fondamentale verso la realizzazione del traguardo di fondo. In base a tale visione strategica la biodiversità e i servizi ecosistemici che la natura ci offre sono preservati, valorizzati e, per quanto possibile, ripristinati per il loro valore intrinseco, a sostegno della prosperità economica e del benessere umano e per evitare i cambiamenti catastrofici legati alla perdita di biodiversità.
L'obiettivo a medio termine (2020) inteso a tradurre nella pratica questa visione strategica può declinarsi in quattro modi, a seconda del livello di ambizione perseguito:
opzione 1 - rallentare in misura significativa il ritmo al quale avviene la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici nell'UE entro il 2020;
opzione 2 - arrestare la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici nell'UE entro il 2020;
opzione 3 - arrestare la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici nell'UE entro il 2020 e ripristinarli nella misura del possibile;
opzione 4 - arrestare la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici nell 'UE entro il 2020, ripristinarli nella misura del possibile e aumentare il contributo dell'UE alla prevenzione della perdita di biodiversità a livello mondiale.
Questa visione strategica e il relativo traguardo permetteranno all'UE di costruirsi una posizione comune forte in vista dei prossimi negoziati internazionali sulla definizione di una strategia e obiettivi mondiali in materia di biodiversità, che si terranno in autunno a Nagoya.
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- 作成者:Daniele Pirrera
La battaglia commerciale di fine anno in Giappone porta benefici ai consumatori dal portafoglio stretto. In questi giorni nel quartiere elettronico di Akiba (cioè Akihabara a Tokyo) i registratori di cassa sono roventi. Per gli affezionati, il classico giro dei negozietti situati nelle viuzze parallele alla Chuodori in cerca del prezzo più basso, è un passatempo che conserva un fascino ricco di soddisfazione anche per gli animi più irrequieti, e in questi giorni acquista un significato ancor più importante, in vista del lungo Oshogatsu da passare in famiglia a suon di sushi, sake e cibi tradizionali dolciastri giapponesi. Dove spendere con intelligenza il bonus di fine anno?