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- 作成者:Daniele Pirrera
Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Economia giapponese, a dicembre 2009 l’indice della produzione industriale (base 2005=100, serie destagionalizzate) è cresciuto del 2,2% rispetto al mese precedente (al valore di 89,9), registrando il decimo aumento mensile consecutivo. La valutazione fondamentale è divenuta “continuano i segnali di ripresa”. Gli analisti di mercato avevano invece previsto un +2,4%.
L’indice delle consegne è aumentato dell’1,1% (a 90,6), quello delle scorte rimasto stabile (a 93,7), mentre quello della quota consegne su scorte è diminuito del 4,7% (a 107,9).
Le previsioni per gennaio di quest’anno parlano di un +1,3% e per febbraio di un +0,3%.
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I gruppi di grandi magazzini stanno accelerando le chiusure di punti vendita in Giappone. Le dismissioni gia’ decise per il 2010 sono otto. In una situazione perdurante di consumi ristagnanti soprattutto nei riguardi dei beni voluttuari, il taglio dei punti vendita in rosso e’ divenuta una scelta inevitabile per i grandi magazzini nipponici, e quest’anno potrebbe persino essere superato il record negativo storico di 11 negozi, raggiunto nel 2000. I risvolti potrebbero investire anche le industrie collegate, quali i produttori di abbigliamento.
Le chiusure fissate sono le seguenti: Marui Imai di Muroran (Hokkaido); Matsuzakaya di Okazaki (Aichi); Nakago di Aizu (Fukuoka); Isetan di Kichijoji (Tokyo); Daiwa a Niigata, Nagaoka, Joetsu (Niigata) e Komatsu (Isikawa).
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La prossima primavera Itochu Corporation lancierà l’abbigliamento da bambino a marchio Fila, di cui possiede la licenza per il Giappone. Ampliando l’assortimento attualmente incentrato sull’abbigliamento sportivo, l’intento è di attirare clienti genitori e figli insieme. L’obiettivo commerciale è di raggiungere un miliardo di fatturato al dettaglio fra tre anni. Itochu ha siglato un contratto di sublicenza con il produttore di abbigliamento da bambino Catch (di Okayama) per affidare produzione e vendita. La nuova linea comprenderà abbigliamento casual, fra cui magliette a 1.995 yen e pantaloni a 3.045-4.095 yen e sarà trattata da supermercati e negozi sportivi. Con Cacth, il numero di imprese licenziatarie salirà a 14. In Giappone Fila vende principalmente vestiario da tennis e il segmento principale di clienti è rappresentato dai quarantenni.
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La principale catena di convenience store, Seven Eleven Japan (fatturato 2008 di 2.763 miliardi yen (20,8 mld euro) con 12.298 negozi), iniziera’ l’introduzione di impianti fotovoltaici nei punti vendita in Giappone. Entro fine febbraio 2011 saranno sviluppati oltre 200 negozi a risparmio energetico dotati di pannelli fotovoltaici. Oltre a contribuire alla realizzazione dell’obiettivo governativo di riduzione delle emissioni gassose surriscaldanti (entro il 2020 il -25% rispetto al 1990), si mira ad attirare i consumatori con lo strumento del marketing ecologico. Gli analisti prevedono che anche le altre principali catene concorrenti adotteranno strategie analoghe.
Attualmente Seven Eleven ha gia’ introdotto impianti fotovoltaici in otto punti vendita situati in varie provincie, fra cui Tokyo. Il prossimo 22 gennaio a Kyoto sara’ aperto un negozio a basso consumo energetico della nuova generazione, dotato della combinazione di pannelli fotovoltaici, illuminazioni a LED e lucernario. Entro fine febbraio 2011 saranno aperti 110 nuovi negozi dello stesso tipo e saranno installati dei pannelli fotovoltaici in circa 90 degli esercizi esistenti.
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E’ a partire dal secondo boom nipponico dell’olio d’oliva, che questo ha attecchito nel mercato giapponese. Il primo boom avvenne nel 1997/1998, innescato sia da trasmissioni televisive che ne illustravano le proprietà salutari (acido oleico), sia dal boom dell’Italia in generale. Successivamente furono immessi in commercio gli oli di semi con marchio di alimento salutare speciale[1], che causarono l’inizio della contrazione del mercato dell’olio d’oliva. Nel 2007, a seguito del crescente impiego dell’olio d’oliva nelle trasmissioni televisive culinarie, il suo mercato ha ripreso a crescere, spingendo nel 2008 le importazioni a sfiorare il livello di 30 mila tonnellate. Anche a marzo del 2009 l’influenza delle trasmissioni televisive ha contribuito ulteriormente alla crescita del mercato.