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- 作成者:Daniele Pirrera
Il mercato dell’acqua minerale in Giappone, che dal 2000 aveva mostrato notevoli tassi di crescita beneficiando delle diminuzioni del consumo di acqua del rubinetto soprattutto nelle metropoli, nell’anno fiscale 2008 ha improvvisamente rallentato. Il noto istituto di ricerca Yano Keizai stima che nel 2009 il mercato si sia invece contratto del 4,8% annuo fermandosi al valore di 218 miliardi di yen (ca. 1,73 miliardi di euro). Le anomalie climatiche e la recessione, da un lato, e lo spostamento delle preferenze dei consumatori dalle bevande senza dolcificanti a quelle gassate dolcificate, dall’altro, sono state le cause principali.
Continua invece la veloce crescita del settore della bottled water (acqua potabile imbottigliata) che nell’anno fiscale 2009 Yano Keizai stima abbia guadagnato il 14,3% annuo raggiungendo i 56 miliardi di yen (444 milioni di euro). Questo settore sfrutta la crescente domanda da parte degli uffici e delle famiglie, proponendo pratici dispensatori automatici di poco ingombro con due rubinetti: uno di acqua fredda e l’altro di acqua bollente per il popolare caffè solubile e il tè.
L’istituto di ricerca nipponico prevede che nel 2010 il mercato dell’acqua minerale tornerà a crescere con uno 0,9% annuo, raggiungendo il valore di 220 miliardi di yen, poiché gli effetti negativi delle anomalie climatiche e della recessione sono considerati transitori e perché le preoccupazioni salutistiche dei consumatori traineranno la crescita del mercato. Infine, è da considerare che il consumo di acqua minerale è destinato a crescere nel lungo periodo poiché si trova ancora a livelli molto bassi (19,7 litri pro capite nel 2008) se confrontato con gli altri paesi industrializzati.
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I fatturati dei primi cinque gruppi di grandi magazzini in Giappone a marzo 2010 hanno registrato perdite comprese fra il -0,8 e il -5,4%, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Le diminuzioni si sono però ridotte per tutti rispetto a quelle segnate a febbraio e in particolare quelle di Mitsukoshi e Takashimaya, seppur negative, sono migliorate vistosamente. A sorreggere il calo delle vendite sono stati abbigliamento e altri prodotti di lusso delle griffe estere. A marzo il fatturato di Mitsukoshi è scemato del 5,4% e quello di Takashimaya del 2,5%, diminuzioni tendenziali ridottesi rispettivamente di 7 e 3,6 punti percentuali rispetto ai tassi negativi registrati il mese precedente. Le diminuzioni si sono ristrette anche per Daimaru al -0,8% e Matsuzakaya al -4,6%, appartenenti alla holding Matsuzakaya-Daimaru costituita il primo marzo.
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A marzo 2010 l’indice di fiducia delle grandi imprese manifatturiere è salito di 11 punti rispetto alla precedente rilevazione effettuata a dicembre, raggiungendo il valore di -14 e facendo registrare il quarto miglioramento trimestrale consecutivo.
E’ quando emerge dai risultati dell’indagine trimestrale Tankan sulla fiducia congiunturale delle imprese, condotta dalla Banca del Giappone su un campione di 11.528 imprese (4.577 del settore manifatturiero e 6.951 di quello non manifatturiero). L’indice di fiducia è calcolato sottraendo dalla percentuale di imprese che rispondono “buona”, la percentuale di quelle che rispondono “cattiva” alla domanda sulla fase congiunturale attuale.
Anche per le PMI manifatturiere il miglioramento è stato di 11 punti (terzo consecutivo) al valore di -30. L’indice complessivo (piccole medie, medie, grandi) è migliorato di 7 punti salendo al valore di -24.
Le grandi imprese manifatturiere prevedono che nell’anno fiscale 2010 appena iniziato il tasso di cambio sarà di 1dollaro=91,00yen, cioè lo yen leggermente più forte di quanto era previsto nei piani per l’anno precedente (92,94yen).
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Secondo le statistiche del Ministero dell’Interno giapponese, il primo gennaio 2010 gli overstayers erano 91.778 persone, diminuiti del 18,8% annuo. Sono scesi sotto il livello di 100.000 per la prima volta in 21 anni.
L’Ufficio Immigrazione afferma che, oltre ad essere calato il numero di stranieri in ingresso, sono aumentati coloro che rimpatriano spontaneamente.
Osservando gli irregolari secondo la nazionalità, i coreani sono stati i più numerosi con 21.660 individui (-10,5% annuo), seguono i cinesi con 12.933 individui (-29,7%) e i filippini con 12.842 individui (-25,7%).
Il picco di clandestini si raggiunse nel 1993 con 298.646 persone.
Lo stesso Ministero ha reso noto pure che il primo gennaio 2008 il numero totale di ingressi clandestini sarebbe stato compreso fra 13.000 e 22.000 casi, anch’esso in diminuzione rispetto ad un anno prima.
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Il 28 febbraio scorso è calato il sipario sulla lunga storia commerciale di 64 anni, segnata dalla famosa catena di empori elettronici Sakuraya. Al negozio numero 3 situato a Shinjuku (Tokyo) da giorni stavano affluendo consumatori alla ricerca di prodotti in liquidazione ma alle 18 di ieri i commessi si sono allineati all’ingresso sorreggendo un cartello recante la commovente scritta “si ringraziano gli affezionati clienti” che ha preceduto la chiusura definitiva dei battenti. Compreso il negozio di Shinjuku, la falce ha colpito tutti gli 11 negozi sparsi nella capitale e nella vicina provincia di Kanagawa.
Sakuraya fu costituita nel 1946 a Shinjuku e aveva aperto negozi soprattutto di fronte alle stazioni metropolitane, venendo poi travolto dalla dilagante e agguerrita concorrenza delle maggiori catene di empori elettronici, quali Yamada Denki, Bic Camera e Yodobashi Camera. Nel 2006 era stato acquistato da Best Denki ma l'incessante emorragia del rosso di bilancio è stata letale.