Dall’11 marzo, data del terremoto, le azioni di Tokyo Electric Power Co. (TEPCO, gestore della centrale nucleare di Fukushima) hanno continuato a deprezzarsi rapidamente, chiudendo il 29 marzo a 566yen (-70%) che è il valore più basso degli ultimi 47 anni, diminuito di ben il 18,7% rispetto al giorno precedente. Questa ulteriore sensibile perdita è da attribuirsi ai timori scaturiti principalmente dalla notizia che la società elettrica sta incontrando difficoltà a rimuovere l’acqua contaminata dai reattori della centrale nucleare di Fukushima. Gli investitori sono stati spinti a vendere le azioni di TEPCO anche dall’insicurezza riguardo il futuro della società, poiché si parla di una possibile nazionalizzazione e sono previste numerose richieste di risarcimento dei danni conseguenti alle perdite radioattive.

In virtù del veloce avanzamento dei lavori di ripristino delle linee di superficie, marine e aeree, colpite dal grande terremoto del Tohoku, la rete logistica è già stata riattivata per circa il 90%.

Il 28 marzo Toyota ha riaperto due fabbriche in Giappone (in provincia di Fukuoka e di Aichi), riprendendo la produzione di tre modelli di auto ibride, la Prius e le Lexus CT200h e HS250h. La chiusura era avvenuta il 14 marzo a causa dell’interruzione delle forniture di alcune parti prodotte da aziende situate nell’area devastata dal grande terremoto del Tohoku. Per gli altri stabilimenti produttivi del colosso nipponico non è ancora stato deciso nulla poiché si sta ancora cercando di riassicurare le forniture di alcuni componenti.

Secondo quanto è stato accertato il 28 marzo dal Ministero degli Esteri nipponico, fra le ambasciate a Tokyo che avevano chiuso temporaneamente a seguito del grande terremoto del Tohoku, quelle di almeno 12 paesi hanno ripreso le attività lo scorso fine settimana. Lo stesso ministero ha affermato che la ragione sia riscontrabile nel fatto che è migliorato l’ambiente di lavoro per i dipendenti, nonostante non cambi la situazione di pericolo nella prima centrale nucleare di Fukushima. Al momento erano ancora chiuse le ambasciate di 16 paesi.

Poiché gli spostamenti e il lavoro dei dipendenti erano divenuti difficili a causa delle interruzioni elettriche programmate e della scarsità di carburante, conseguenti al terremoto, dal 14 marzo scorso si erano susseguite le chiusure delle varie cancellerie.

Tokyo è piuttosto "spenta" e semi deserta di sera, mentre di giorno è come sempre affollata e tutti continuano a lavorare e divertirsi come niente fosse.

Oggi pomeriggio sono andato in perlustrazione nei vari supermercati di Shibuya.

La situazione dei prodotti di prima necessità per negozio è la seguente: